ANFORA e LEKYTHOS - Arte greca - Periodo Arcaico - Mitologia, Eracle


Opera e interdisciplinarietà - materie coinvolte: italiano - arte e immagine.

Autrici: Sara Venier e Cervilli Daniela

ITALIANO

1- Leggi il seguente testo.

LA SECONDA FATICA DI ERACLE    Come seconda fatica Euristeo impose a Eracle di distruggere l’Idra di Lerna.

Il fertile e sacro distretto di Lerna, in Argolide, era terrorizzato dall’Idra, che aveva la sua tana sotto un platano, presso la sorgente del fiume Amimone, e si aggirava nella palude Lernea causando la morte di molti incauti viandanti.

L’Idra aveva un corpo mostruoso tubiforme e ricoperto di squame da cui partivano nove teste serpentine, una di esse immortale. Il mostro era così velenoso che il suo solo respiro e persino il puzzo delle sue tracce potevano uccidere.

Giunto a Lerna sul cocchio guidato da Iolao, Eracle trovò la tana del mostro e, grazie al consiglio della dea Atena, lo costrinse a uscire dalla tana tempestandolo di frecce infuocate e poi l’assalì trattenendo il fiato. Ma l’Idra si avvolse attorno ai suoi piedi nel tentativo di farlo inciampare. Invano Eracle si accanì picchiando con la clava: non appena egli riusciva a spaccare una delle teste, subito ne ricrescevano due o tre altre per sostituirla.

Un enorme granchio emerse allora dalla palude per aiutare il mostro e si attaccò al piede di Eracle; mentre schiacciava violentemente il guscio del granchio sotto il tallone, l’eroe gridò chiedendo l’aiuto di Iolao. Iolao diede fuoco a una parte del bosco e poi, con i rami infuocati, bruciò la radice delle teste di serpente tagliate da Eracle, per impedire che ne crescessero di nuove sul corpo dell’Idra.

Eracle quindi, usando un aureo falcetto, tagliò la testa immortale, la seppellì, ancora sibilante, sotto una pesante roccia. Poi squartò la carcassa e immerse la punta delle sue frecce nella bile del mostro.  Da qual giorno la minima ferita prodotta da tali frecce fu sempre fatale.

Il territorio di Lerna era finalmente libero dalla terribile Idra.

                                                                                                               (adattato da R. Graves, I miti greci, Longanesi, 1987)


2- Individua nel testo l'ambientazione e i personaggi (umani, divinità, animali e mostri).  Individua i verbi- azioni riferiti ad Eracle e a Iolao e gli strumenti da loro utilizzati.

3- Dividi il testo in sequenze. Con la tecnica del fumetto costruisci la storyboard, individuando l'introduzione-situazione iniziale, lo sviluppo (compreso il momento di maggior tensione) e la conclusione, come nello schema sottostante.

 

 CONFRONTA

OPERA A: LEKYTHOS
Pittore di Diosphos,
500-475 a.C. arte greca, periodo arcaico, figure nere.
Argilla bianca con vernice lucida incisa
h.22,4 cm, diametro 7,5 cm.
Parigi, Museo del Louvre.


   
Fig.2 Particolare del fregio del Lekythos. Fig.3 Ricostruzione grafica del fregio.

4- Osserva il fregio dell'opera A; ritrova i personaggi della "Seconda fatica  di Eracle" e descrivi le azioni che compiono.

5- Individua nel testo il momento narrativo rappresentato nell'opera A.  A quali sequenze del tuo fumetto corrisponde?
 
6- Nell'opera A è rappresentato il momento culminante della storia?

CONTESTUALIZZA: IL MITO
Eracle (Ercole per i romani), figlio della mortale Alcmena e di Zeus, è l’eroe più famoso di tutta la mitologia classica. 
Numerosissime sono le leggende di cui è protagonista, da solo o alla testa di eserciti. Le più famose sono le “dodici fatiche”, per lo più dedicate a liberare il mondo da bestie e figure mostruose. Euristeo ha assegnato queste imprese all’eroe perché ne aveva ucciso la moglie in un momento di follia, provocatagli dalla gelosissima Era, moglie di Zeus. Durante le “fatiche” egli può contare solo su se stesso e sulla guida della dea Atena, che incarna l’astuzia e la saggezza di cui lui ha bisogno per calmare la sua ira.
Al termine della sua vita Eracle viene accolto come immortale tra gli dei dell’Olimpo: la riconciliazione con Era e la giovinezza eterna sono la ricompensa per le sue fatiche, il suo valore e le sue sofferenze.  Questo è l’insegnamento che i greci traevano dalle vicende di Eracle: la vita richiede grandi sforzi e sacrifici, prove ed errori, ma essi vengono infine premiati e ricompensati.

L’eroe nella cultura greca è un personaggio, di solito di natura semidivina, capace di compiere grandissime imprese grazie a qualità straordinarie sia fisiche sia morali (forza eccezionale, coraggio, intelligenza, astuzia, capacità di sopportare sofferenze ...). I greci tramandavano le imprese eroiche oralmente, di generazione in generazione, perché potessero essere di esempio per i giovani: attraverso questi racconti i giovani venivano educati ad esercitare le virtù e a rispettare i valori della società greca.
Grazie alle raffigurazioni scultoree e pittoriche, le imprese degli eroi del mito potevano essere trasmesse di generazione in generazione e diffuse anche oltre i territori della Grecia.

 

ARTE E IMMAGINE

OPERA B: ANFORA ATTICA 
(alla maniera del  pittore di Princeton) 540-530 a.C. circa.
H. 30 cm, d. 20cm. 
Argilla vernice lucida nera, rossa e bianca.
Parigi, Museo del Louvre.

 
Fig.5 Particolare dell'Anfora, lato A.

1-Osserva l’opera B e il particolare (fig.5). Anche nell’opera B è rappresentata la "Seconda fatica di Eracle"?

Nelle opere pittoriche e scultoree, Eracle è rappresentato con i suoi tipici attributi. Egli indossa, come una invincibile armatura, la leontè: la pelle del Leone di Nemea, da lui sconfitto nella prima delle “ dodici fatiche”. Porta con se la clava, la sua arma tradizionale (fatta con un ramo di olivo, pianta sacra ad Atena), ma anche un' arco con frecce o una spada.
2- Osserva anche i particolari di altre pitture vascolari (Fig 6, 7) e descrivi come Eracle indossa la “leontè”.

 


3- Se dovessi descrivere ad un tuo compagno il dipinto dell’opera B (fig. 5), quali espressioni useresti tra quelle proposte?

COLORE
1a-  La scena è dipinta con pochi colori (nero, rosso bianco), stesi in modo uniforme; dominano i colori nero su fondo arancio. 
1b-  La pelle della figura femminile è colorata di nero, mentre quella maschile è dipinta di bianco.
1c-  La colorazione non rispecchia la realtà.
1d-  Le figure nere emergono dal fondo grazie al contrasto tra colori caldi e freddi, luminosi e bui.

FORMA
2a-  Le forme dei corpi sono descritte nei minimi particolari.
2b-  Le forme dei corpi sono stilizzate ed essenziali, con movimenti rigidi.
2c-  Alcune parti sono contornate da linee sottili. La pelle degli animali è rappresentata da segni ripetuti (texture).

VOLUME E  SPAZIO
3a-  Le figure sono tutte in primo piano.
3b-  Le figure sono poste in un’ambiente naturale che crea l’ illusione di uno spazio in profondità.
3c-  Le figure non hanno volume, sono piatte come silouette.

TECNICA E MATERIALI  
4a-  Le figure sono dipinte con una vernice nera lucida, stesa sull’argilla del vaso.
4b-  Lo sfondo della scena non è colorato e presenta il tipico colore rosso - arancio dell’argilla cotta.
4c-  I particolari sono ottenuti incidendo la vernice nera con un attrezzo appuntito (lo stilo) che crea sottili linee.

 CONFRONTA

   
OPERA B: ANFORA Particolare - 540-530 a.C. circa. Periodo Arcaico. Argilla, vernice lucida nera, rossa e bianca. 
Parigi, Museo del Louvre.
  OPERA C: STAMNO ATENIESE Particolare - 450-300 a.C. Periodo classico. Argilla, vernice lucida nera.
Palermo, Museo Archeologico Nazionale Antonio Salinas.

Fig. 8  Opera C, ricostruzione grafica del dipinto>>>>

4-  Confronta i particolari dell’opera B e dell’opera C. Quali differenze nella colorazione, nella rappresentazione della figura umana e del movimento?

-Sono due opere di periodi artistici diversi?

   

 5- Quale immagine risulta più simile al reale? Attribuisci un punteggio (da uno a cinque stelle) all'opera B e C in base al grado di verosomiglianza con la realtà.

 
Nell’arte occidentale, i soggetti del mito greco ebbero grande fortuna: artisti di varie epoche, ripresero il tema del mito di Eracle e l’idra di Lerna dando a questo nuovi significati (fig.9, 10,...,16)).

 

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